Il termine dell’anno scolastico si avvicina e la sua chiusura ci induce a fare un bilancio dell’anno appena vissuto e dei progressi effettuati dai singoli studenti.

Come genitore o come insegnante può sorgerci il dubbio che nostro figlio o un nostro studente non sia riuscito ad acquisire le competenze di base (lettura, scrittura, abilità matematiche) che ci si sarebbe aspettati per la classe che ha frequentato. Cosa fare in questi casi?

Quando durante l’anno sono state osservate difficoltà significative o un vissuto della scuola particolarmente negativo da parte del bambino vale la pena intraprendere un percorso di valutazione completa per inquadrare il problema (nelle sue diverse componenti) ma anche le risorse del bambino e del contesto ed essere poi nelle condizioni di intraprendere tempestivamente un intervento efficace.

In altri casi, però, le difficoltà appaiono meno evidenti o più sfumate e a prima vista non sembra esserci la necessità immediata di una valutazione. Alcuni degli scenari che talvolta si presentano sono i seguenti: il rendimento scolastico complessivamente è buono ma i genitori rilevano che per ottenere quei risultati è necessaria una quantità di lavoro a casa eccessiva, il bambino presenta eccessiva insicurezza relativamente alla scuola, lo studente fatica a completare nei tempi le prove di verifica, in famiglia è presente un fratello con Disturbo Specifico dell’Apprendimento e quindi il genitore vuole monitorare il livello negli apprendimenti degli altri figli, si rilevano errori nelle competenze di base (ad esempio l’ortografia o il calcolo) che appaiono  disarmonici rispetto alla capacità di ragionamento del bambino.

In tutti questi casi è possibile effettuare uno screening degli apprendimenti.

Si tratta di un passaggio preliminare, che tramite la somministrazione di alcune prove target relative alla lettura, alla scrittura e alla matematica permette di individuare bambini che presentano un ritardo nell’acquisizione delle competenze di base rispetto a quanto sarebbe atteso per la classe frequentata e attraverso la raccolta di dati relativi alla storia del bambino (medica, di sviluppo e scolastica) consente di individuare la presenza di eventuali fattori di rischio.

Lo screening non permette di arrivare a un inquadramento diagnostico, in quanto evidenzia una fatica ma non ne approfondisce le cause; tuttavia, fornisce una prima risposta rispetto alle reali competenze del bambino. A seconda dei risultati, il clinico che conduce lo screening potrebbe poi proporre alla famiglia un percorso di potenziamento (quando difficoltà e indici di rischio sono lievi) oppure di condurre ulteriori approfondimenti valutativi per arrivare, quando necessario, a un inquadramento diagnostico.

Presso il Centro per l’Età Evolutiva è possibile prenotare lo screening per bambini che frequentano o hanno appena terminato la scuola primaria.

Il lavoro di screening si svolge in un unico incontro della durata di due ore e prevede una parte di raccolta dati con il genitore e una parte con il bambino/ragazzo di osservazione e valutazione tramite test standardizzati.
Al genitore verranno chiesti alcuni dati della storia del figlio (eventuali problematiche mediche, l’acquisizione delle tappe di sviluppo linguistico e motorio, il percorso scolastico pregresso, ecc).
Seguirà poi un momento di lavoro diretto con il minore, nel quale vengono proposte prove di apprendimento nell’ambito della lettura, della scrittura e del calcolo, al fine di effettuare un bilancio delle competenze rapportato ai dati normativi della classe di riferimento.

Al termine dell’incontro è previsto un momento di restituzione con il genitore per condividere quanto emerso e fornire indicazioni di lavoro.