Il servizio di  psicoterapia del Centro è rivolto sia ai bambini che ai loro genitori. Il superamento dei problemi in queste fasce di età è, infatti, un vero e proprio lavoro di squadra, che interessa genitori e figli. I bambini, spesso, si sentono poco ascoltati e un genitore può lamentare, dal canto suo, l’impossibilità di capire il proprio figlio o la propria figlia. La comunicazione in famiglia è spesso molto difficile.

I bambini possono trovare uno spazio di ascolto accogliente e usufruire di percorsi specialistici e personalizzati, sulla base delle necessità espresse, per migliorare la propria qualità di vita e ritrovare il benessere emotivo.

Per i genitori sono previste consulenze e sostegno affinché, attraverso una maggiore comprensione del problema, possano sostenere il figlio nella riduzione delle sue problematiche comportamentali, emotive o relazionali.

Infine, poiché molto spesso il malessere dei bambini si esprime a casa così come a scuola, si possono coinvolgere gli insegnanti che, in alcune situazioni, diventano alleati necessari nella presa in carico della situazione problematica.

Quali sono le tematiche che vengono più spesso riportate dai genitori di bambini in età scolare?

I genitori che si rivolgono al Centro per chiedere una consulenza riportano spesso difficoltà di autoregolazione emotiva nei figli, descrivendo comportamenti ad alta intensità emotiva, spesso ritenuta sproporzionata rispetto all’evento accaduto. Spesso sono situazioni in cui il bambino viene chiamato a tollerare una frustrazione, come ad esempio spegnere la televisione, interrompere un gioco o aspettare il proprio turno. I bambini si sentono sopraffatti dall’emozione, che non riescono a regolare e modulare autonomamente, e la rivolgono verso gli adulti per poter trovare un contenimento e un aiuto, in un momento in cui si sentono più vulnerabili e indifesi nell’affrontare una situazione per loro complessa. Questo li porta spesso a sentirsi meno competenti e a richiedere maggiormente la mediazione dell’adulto di riferimento. Un’altra tematica per cui i genitori si rivolgono al Centro, è, appunto, la mancanza di autostima, ovvero la percezione di essere bambini poco efficaci e poco capaci di svolgere e soddisfare le richieste provenienti dal mondo esterno. Spesso questo problema si manifesta all’interno dell’ambiente scolastico, ad esempio quando i bambini manifestano preoccupazione per lo svolgimento dei compiti o delle verifiche, o quando fanno molta fatica ad accettare i normali errori che si commettono durante l’apprendimento. Queste fragilità possono presentarsi anche nelle relazioni con i pari, che rappresentano un inevitabile metro di paragone per i bambini stessi, che cercano negli altri una conferma del loro essere bravi, capaci e apprezzati. La mancanza di questo riscontro esterno porta spesso i bambini a cercare questa approvazione nell’ambiente familiare, richiedendo maggiore attenzione e presenza fisica. Capita spesso infatti che i bambini con queste fragilità abbiano più difficoltà nell’addormentamento o risvegli notturni in cui richiedono la presenza del genitore, o che richiedano la presenza costante durante lo svolgimento dei compiti o nella preparazione della cartella, o che abbiano la tendenza ad evitare i contesti di gruppo con una predilezione per le amicizie più esclusive.

Quando i genitori richiedono una consulenza per essere aiutati nella gestione di queste fragilità, il punto di partenza è la comprensione delle esigenze emotive del bambino, che risulta anche un elemento determinante per il terapeuta per poter rispettare le sue necessità, facilitando un atteggiamento e un comportamento più sereni. La psicoterapia, quindi, rispetta e valorizza le caratteristiche emotive e cognitive del bambino, consentendogli di sviluppare quelle capacità che sono state ostacolate da blocchi emotivi, traumi o esperienze negative. I bambini spesso dimostrano infatti il proprio disagio emotivo attraverso vari sintomi quando non sono in grado di descrivere con le parole ciò che provano, e questi sono il punto di partenza del percorso.

Come possono aiutare i genitori?

La cosa che si suggerisce sempre di fare è di provare a vedere le situazioni con gli occhi dei bambini. Sembra una banalità, ma è un esercizio difficilissimo, perché significa metter da parte tutta l’esperienza che è abbiamo acquisito nel corso della vita; quindi, anche tutti gli strumenti e le strategie che utilizziamo per far fronte alle difficoltà che ci presenta la vita quotidiana. Dobbiamo immaginare che quello che per noi genitori sembra una situazione facile o normale, per i nostri figli può rappresentare un grande ostacolo o una grande sfida; sminuire o non riconoscere la difficoltà diventa per loro ancora più frustrante, in quanto si sentono giudicati. Possiamo invece sfruttare la nostra esperienza per poter fornire loro gli strumenti o le strategie necessari per far fronte alle situazioni che li mettono maggiormente in difficoltà. I bambini non sono sempre in grado di esplicitare come si sentono, la maggior parte delle volte lo mettono in atto tramite dei comportamenti che appaiono esagerati; la grande sfida è riuscire a comprendere l’emozione che si nasconde dietro quella reazione e verbalizzarla: questo significa validare ciò che il bambino prova, dargli un nome e quindi riconoscerlo come significativo. Questo atteggiamento permette di costruire quell’alleanza necessaria per poter proporre una manifestazione più funzionale e accettabile di quella stessa emozione.