Cosa succede quando arriva la diagnosi di DSA o ADHD? Cosa fare dopo? A chi affidarsi? L’adolescente vorrà condividerlo con i propri compagni di classe e con gli amici?

Questi sono alcuni tra i tanti quesiti a cui si trovano di fronte genitori e ragazzi una volta ricevuta la valutazione di DSA o di ADHD. Spesso non si sa come muoversi, da chi andare, quali percorsi intraprendere e soprattutto come aiutare il ragazzo ad accettare, elaborare e metabolizzare il tutto.

Che si tratti di adolescenti o bambini, spesso la diagnosi è accompagnata da sentimenti di vergogna, paura e dal timore di sentirsi esclusi o essere guardati diversamente.

Come mai  una valutazione dovrebbe far sentire il ragazzo una persona diversa?

La percezione di non essere come la maggioranza a causa di una presunta fragilità può spaventare. In realtà, il DSA o l’ADHD sono condizioni che interessano tanti ragazzi e non significa avere semplicemente dei deficit: significa poter riconoscere in se stessi dei punti di forza o di debolezza che vanno “sfruttati” al meglio nella propria vita. L’importante è conoscersi per vivere al meglio.

Sappiamo che ci sono stati e ci sono grandi personalità che hanno ricevuto una diagnosi di DSA o ADHD, ma questo non è stato ostacolo, anzi in molti casi è stato un trampolino per la loro creatività per affrontare e risolvere problemi quotidiani.

Per affrontare queste tematiche un valido aiuto può essere rappresentato dal gruppo di coetanei che svolge la funzione di mutuo-aiuto, in un ambiente accogliente e accudente, i  ragazzi possono condividere timori, ansie e pensieri legati all’ambiente scolastico e sociale tramite un professionista che struttura gli incontri in modo mirato e interattivo tra i membri.

Perché intraprendere un percorso di gruppo?

Il gruppo di pari può essere un valido alleato perché:

  • permette di conoscersi e definirsi entro determinati confini e limiti
  • aiuta la consapevolezza e la costruzione dell’identità personale
  • aumenta la capacità di autoregolazione sia intra sia out gruppo
  • permette di confidarsi e affidarsi in un ambiente protetto dove ci si sente accolti e ascoltati
  • consente di condividere esperienze simili o diverse con cui arricchirsi e trovare soluzioni andando oltre l’etichetta diagnostica
  • permette di acquisire abilità sociali
  • consente di ritrovarsi e ritrovare le relazioni sociali che la pandemia ci ha tolto

Questi sono gli obiettivi che si pone il progetto “oltre la diagnosi” ovvero un gruppo di mutuo-aiuto strutturato in 5 incontri volto ad acquisire maggiore fiducia in se stessi, consapevolezza e accettazione di tutto l’iter post diagnosi senza soffermarsi troppo sull’etichetta diagnostica, ma andando oltre e valorizzando ogni singolo ragazzo per ciò che è, promuovendo il suo benessere psico-sociale e scolastico.