Ogni giorno postiamo foto, stories, video su Instagram, Tik-tok, facebook e ci aspettiamo che anche gli altri facciano altrettanto, condividendo contenuti in cui siamo presenti (o taggati!). E se questo non succede? Spesso ci sentiamo esclusi e proviamo forti emozioni di ansia, frustrazione e solitudine.

Come hanno fatto i social a conquistare questo potere?

Mostrare un’immagine positiva di sé come persona interessante, degna di attenzione e desiderabile agli occhi degli altri risponde al bisogno naturale di appartenenza: siamo animali sociali, il cui benessere dipende anche dal sentirsi in connessione con gli altri ed integrati nel proprio gruppo sociale. Essere tagliati fuori dal gruppo fa soffrire.

Che ruolo rivestono i social per il benessere dei giovani (e di chi, in generale, ne fa uso)?

Quando il gruppo diventa virtuale, postare diventa un mezzo per farsi conoscere ed apprezzare, bisogno che trova conferma quando si viene menzionati dagli altri (“Si ricordano di me!”). Sentirsi parte del gruppo fa star bene.

Ed è a questo punto che spesso emerge la paura di essere esclusi, se non si partecipa attivamente (“se mi stacco, li perdo! Non capisci?”). L’ansia di “non perdersi nulla” spinge a rimanere iper-connessi: la corsa al post diventa una necessità primaria (più che un divertimento!). Il nostro riconoscimento dipende dall’essere online e l’idea di venire tagliati fuori diviene angosciante, soprattutto in adolescenza quando ci si inizia a distaccare dalla famiglia per rivolgersi al gruppo di pari.

Si parla in questi casi di FOMO (Fear of Missing Out), vale a dire della paura di essere “tagliati fuori” dal gruppo. Il timore dell’esclusione virtuale diventa così sofferenza reale.

Si può “curare” la FOMO?

Passare da FOMO a JOMO (Joy of Missing Out), letteralmente “la gioia di perdersi qualcosa”, è un percorso percorribile.

Il primo step è sicuramente il riconoscere la paura di essere esclusi e le conseguenze negative che tale timore sta avendo nella nostra vita: quanto tempo perdo online? Quanto spazio occupano i social nei miei pensieri? Che emozioni provo connesso e disconnesso (preoccupazione, paura, tristezza, irritazione…)?

Il secondo passo è accettare che non si può avere tutto sotto controllo. Attenzione: JOMO non vuol dire staccarsi totalmente dal mondo virtuale ma accettare che posso perdermi alcuni contenuti senza che questo intacchi il mio benessere e la mia integrità.

Infine è importante domandarsi: Io che cosa voglio nella mia vita veramente? Quali sono i miei bisogni? Quali sono le (altre) attività che mi fanno star bene?

Rispondere a queste domande può risultare difficile: nel caso in cui riconoscessi che i Social stanno limitando od interferendo sul tuo benessere (o su quello dei tuo figli), ricordati che è possibile chiedere una consulenza psicologica.