Sentire il proprio figlio pronunciare le prime parole rappresenta per i genitori uno dei momenti più emozionanti in assoluto.
Tuttavia, mamma e papà si trovano spesso nelle condizioni di fare paragoni tra il linguaggio del proprio figlio e quello dei coetanei, per esempio durante un pomeriggio al parco o all’uscita da scuola. Ecco allora che l’esordio del linguaggio si tramuta in un momento carico di ansie e preoccupazioni.
Quello che generalmente non viene tenuto in considerazione è che lo sviluppo del linguaggio non avviene con le stesse modalità e nello stesso momento per tutti i bambini. Nei primi anni di vita, infatti, c’è molta eterogeneità, ognuno ha i propri tempi e questi devono essere rispettati senza che si generino pensieri negativi.
In questa fase ciò che i genitori possono fare è stimolare il proprio bimbo in maniera corretta.
Ecco alcuni consigli utili:
- Comunicate con il bambino facendo in modo che vi guardi nel volto e cercate di mantenere il contatto oculare (guardarsi negli occhi) mettendovi di fronte a lui e alla sua altezza;
- Utilizzate un linguaggio semplice ma corretto, senza semplificare troppo le parole (es. “baubau” per cane);
- Parlate in modo chiaro scandendo le parole, non in modo affrettato. Ogni tanto fate delle pause per fare in modo che il bambino possa inserirsi nella conversazione;
- Ponete il bambino di fronte a delle scelte (es. vuoi il succo o l’acqua?), in questo modo stimolerete la sua produzione;
- Sfruttate le situazioni routinarie (vestirsi, mangiare, lavarsi, andare a dormire) e i diversi contesti che si creano durante la giornata (passeggiata al parco, andare a fare la spesa) per descrivere, commentare e raccontare quanto state facendo insieme al vostro bambino. In questa fase è l’adulto che verbalizza, non dobbiamo aspettarci che sia il bambino a farlo. Ad esempio, durante il momento del bagnetto verbalizzare le varie azioni che fate: “Togliamo i vestiti, entriamo nell’acqua, prendiamo la spugna ecc.”;
- Giocate con il bambino e supportate il gioco con il linguaggio:
- Non imponete un gioco ma partite dall’interesse del bambino;
- Inizialmente imitate le sue azioni commentando la situazione con parole, mimica e intonazione della voce (es. il bambino muove il treno e la mamma, ripetendo il gesto, dice “il treno va”);
- Se il bambino dice una frase incompleta, riprendetela fornendo la versione corretta (es. il bambino dice: “mamma pappa” e la mamma risponde: “volevi dirmi che vuoi la pappa? Mamma voglio la pappa”);
- Inserite gradualmente elementi nuovi nel gioco (es. il primo giorno la mamma dice “il treno va”, successivamente “il treno va sul ponte”);
- Proponete canzoncine e filastrocche (abbinando gesti e mimica per dare significato alle parole);
- Proponete al vostro bimbo libri figurati e commentateli con lui: sfogliate insieme il libro, descrivete le figure, ecc.
Infine, ricordatevi che è fondamentale RINFORZARE QUALSIASI TENTATIVO LINGUISTICO del bambino (anche se scorretto!) gratificandolo, imitandolo e fornendo, se necessario, la forma corretta (es. il bambino vede un cane e dice “mamma tane” e la mamma risponde “bravo, hai detto bene è proprio un cane”).
E quando non capite quello che il vostro bambino vi dice? NON FATE FINTA DI CAPIRE ma cercate di aiutarlo a spiegarsi. In questi casi può essere utile:
- chiedere di indicare o di usare il gesto per far capire il suo messaggio;
- ripetere la parte che è stata compresa chiedendo di concentrarsi sulla parte non compresa (es. il bambino dice “tane ade” e la mamma risponde “ho capito che stai parlando di un cane, però poi non ho capito cosa mi volevi dire”);
- proporre voi stessi possibili spiegazioni che il bambino deve confermare o negare attraverso l’uso del sì e del no (es. il bambino dice “tane ade” e la mamma risponde “volevi dire che il cane è grande?”).
Se il vostro bambino sta attraversando questa fase e avete dei dubbi, non esitate a contattare il Centro per l’Età evolutiva: uno specialista sarà pronto ad accogliere la vostra richiesta.