Quello del ciuccio è, ad oggi, uno degli argomenti più ricorrenti (e dibattuti) tra i genitori, sui social network ed anche tra gli specialisti.

Ciò è legato, in parte, ad un improvviso cambio di tendenza. Qualche generazione fa, una cospicua parte di genitori ricorreva a ciucci di qualsiasi forma e dimensione ed affinché venissero accettati li intingeva in sostanze edulcoranti come il miele. Infine, ne garantiva l’abbandono quando casualmente rotti o rifiutati spontaneamente dal bambino.

Dal momento che, anche su tale argomento abbiamo sempre maggiori conoscenze, ciò permette di impararne l’utilizzo, di poter scegliere i modelli corretti e di prevenire le conseguenze determinate dall’uso protratto.

A tal proposito ecco un piccolo vademecum, di facile consultazione, sull’argomento.

QUANDO DARE IL CIUCCIO

Il ciuccio può essere dato al bambino sin da subito. L’ideale sarebbe comunque attendere che l’allattamento sia avviato e stabilizzato (circa un mese). Se il bambino rifiuta il ciuccio nei primi mesi di vita, è sconsigliato riproporlo nel corso del suo sviluppo.

A COSA SERVE

Il ciuccio, nei primi mesi di vita del bambino, svolge una funzione calmante e riveste un ruolo importante per la prevenzione della SIDS (sindrome della morte in culla).
Questo non significa, tuttavia, che l’utilizzo del ciuccio sia obbligatorio, dal momento che non tutti i bambini lo amano. Si può provare ad invogliarli, accarezzandone delicatamente i lati della bocca ma è sconsigliato forzarli o, ancor peggio, indurli all’utilizzo intingendo il ciuccio nel miele o in altre sostanze dolci.

QUALE MODELLO SCEGLIERE

Affinché siano poco ingombranti e più conformi al palato del bambino, si consiglia di utilizzare ciucci in silicone ed anatomici.

QUANDO TOGLIERE IL CIUCCIO

Entro i due anni di vita del bambino, è bene che l’uso del ciuccio sia interrotto.
L’utilizzo protratto del ciuccio, infatti, può avere delle ricadute spiacevoli su più livelli. Può:

  • alterare il corretto meccanismo di deglutizione;
  • modificare la conformazione del palato e/o quella delle arcate dentali (morso aperto);
  • accrescere il rischio di otiti;
  • ostacolare la pronuncia di alcuni suoni.

COME TOGLIERE IL CIUCCIO

L’abbandono del ciuccio può rivelarsi, in alcuni casi, un’ardua impresa, soprattutto quando il suo utilizzo costituisce un’abitudine quotidiana con finalità calmante e consolatoria.

A tal fine, il consiglio è quello di limitare l’uso del ciuccio ai soli momenti di sonno già a partire dai sei mesi e, successivamente, provare a ridurne gradualmente l’utilizzo sino al completo abbandono, a partire dai 12 mesi.
Se tale gradualità non è stata, per diverse ragioni, rispettata è opportuno, con i bambini di circa due anni, prestare attenzione a scegliere il momento più adatto per guidarli alla separazione del ciuccio; l’ideale è che si tratti di un momento sereno per il bambino e per la famiglia e privo di altri cambiamenti concomitanti.

È inoltre importante coinvolgere il bambino rendendolo consapevole di ciò che accadrà e garantirgli più attenzioni e vicinanza fisica che sopperiscano alla mancanza dello strumento che lo ha accompagnati nel suo primo sviluppo.

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