Le ricerche hanno dimostrato che i bambini fino ai 3 anni sono in grado di mangiare in maniera consapevole e sono sintonizzati con i messaggi del loro corpo. Se si dà loro il tempo e una scelta adeguata, essi sanno infatti autoregolarsi con il cibo mangiando la giusta quantità e distribuendo i vari nutrienti.
 
Tutti noi possediamo questa capacità di ascoltarci internamente, ma crescendo la perdiamo a causa di moltissime influenze esterne.
La perdiamo quando il cibo viene utilizzato come premio (“Se riordini i giochi, ti do il gelato”), come punizione (“Se non finisci le verdure, niente dolce”), come gratificazione (“Siamo contenti se finisci tutto quello che hai nel piatto”) oppure per calmarsi. La perdiamo quando ci sentiamo dire di contare le calorie ad ogni pasto, a non mangiare mai il dolce, a pesarci ogni giorno oppure quando i social o la tv ci mostrano fotografie ritoccate di corpi perfetti che promuovono l’ultima dieta del momento oppure quando ci dicono che alcuni cibi sono “cattivi” e fanno ingrassare.
Vediamo quindi come mangiare, man mano che si cresce, non assolve più solo una funzione fisiologica ma comincia ad assolvere molteplici scopi e tutto questo a discapito dei propri segnali di fame e sazietà che porta a prendere le distanze dai segnali del proprio corpo.
La relazione tra fame – mangiare – soddisfazione viene complicata quindi da una serie di pensieri ed emozioni.
 
Quando si è adulti molte volte ci si sforza di allontanarsi dal cibo, cerchiamo di convincerci a non mangiare. Spesso vogliamo seguire un’alimentazione sana per rincorrere un ideale estetico che detta come dovrebbe apparire, che ci porta a sviluppare una preoccupazione per la salute e un rapporto distorto con il cibo, e così facendo ci impedisce di godere di tutte le funzioni sociali che vi ruotano attorno, dalla preparazione alla condivisione del cibo in compagnia o a un momento di festa. Vi è una preoccupazione per il cibo e un continuo sforzo per non cedere ad esso in una lotta continua.
Pensate a quante volte avete detto “no” al dolce a fine cena, al bicchiere di vino o al piatto di pasta o quante volte vi siete detti “bravo/a” per aver evitato di mangiare qualcosa di prelibato. Pensate a quante volte vi siete sentiti in colpa per aver mangiato un biscotto o il cioccolato considerato di “troppo” oppure quando vi siete sentiti sbagliati per aver “violato” una vostra regola alimentare.
Pensate a quante volte avete cercato a tutti i costi di evitare un determinato cibo ed inevitabilmente vi siete ritrovati a mangiarlo dicendovi “Tanto ormai ho sgarrato, tanto vale mangiarne di più”.
 
E’ possibile liberarsi dei pensieri e delle emozioni che influenzano il nostro modo di mangiare attraverso la consapevolezza.
Mangiare consapevole è un modo di mangiare capace di creare un nuovo rapporto con il cibo che permette di porre attenzione alla saggezza del nostro corpo.
Significa prestare attenzione, in modo intenzionale, a ciò che sta accadendo in modo non giudicante, ascoltando tutti i nostri sensi per essere totalmente presenti nel momento in cui gustiamo il cibo che abbiamo di fronte.
Nel momento in cui diventiamo più consapevoli diventa più facile anche notare i nostri pensieri, atteggiamenti e le nostre abitudini che ci spingono a ricorrere al cibo anche quando non ne abbiamo bisogno.
Approcciarsi al cibo con consapevolezza significa riacquistare il piacere nel momento in cui si mangia, lasciandosi alle spalle lo stress, il senso di colpa, la vergogna o l’insoddisfazione che molti hanno sviluppato verso un comportamento che non è altro che il modo per dare energia al nostro corpo.
 
Alcune domande semplici ma che molto raramente ci poniamo, possono avvicinarci al mangiare consapevole:

  • Ho fame?
  • Dove la sento la fame? Quale parte di me ha fame?
  • Di cosa ha bisogno il mio corpo? Cosa mi sta chiedendo?
  • Sono attento al cibo o sto mangiando in maniera distratta, magari guardando la tv o il cellulare?
  • Cosa sto assaporando in questo momento? O sto mangiando così velocemente da non sentire il sapore dei cibi?
  • Sono sazio?

Avvicinarsi al cibo in modo consapevole ci permette di essere curiosi, di osservare le nostre reazioni di fronte al cibo, scoprendo come tutti e 5 i sensi ci permettono di assaporare ciò che stiamo mangiando, riscoprendo il piacere di un rapporto sereno con il cibo.