Pietro, 6 anni, pare sovraeccitato, salta da una stanza all’altra della casa.
Anna, 4 anni, ha ricominciato a fare la pipì nel letto.
Simone, 5 anni, e Giulia, 7 anni, litigano tutto il giorno, molto più del solito.

La mamma di Pietro è a casa dal lavoro. Passa ore col telefono in mano leggendo notizie tra i social e testate giornalistiche. E più legge più è in ansia e preoccupata.

Il papà e la mamma di Anna hanno deciso di non raccontarle nulla: per lei sono state semplicemente prolungate le vacanze di Carnevale. A tavola, ogni sera, parlano tra di loro con tono grave dell’estensione del virus nella loro zona.

I genitori di Simone e Giulia lavorano nel settore sanitario e sono fuori casa gran parte del giorno. In questo periodo si assentano molto di più perché la nonna non sta bene, e non può vedere i bambini.

Pietro, Anna, Simone e Giulia giocano per casa e paiono allegri come sempre, ma ci sono dei momenti in cui la loro emozione prende il sopravvento. Sono i momenti più delicati della giornata, quando bisogna intraprendere un nuovo giorno o quando bisogna abbandonarsi al sonno… Sembra possano avvertire nell’aria che respirano la tensione o la preoccupazione che invade questi giorni i loro genitori, e facilmente si arrabbiano o mostrano più agitazione.

COSA POSSIAMO FARE NOI GENITORI PER SUPPORTARE I NOSTRI FIGLI IN QUESTO MOMENTO DELICATO?

PARLARNE

I bambini sanno… molto più di quello che i genitori dicono o vorrebbero dire loro. I bambini colgono i nostri sentimenti, le nostre preoccupazioni, gli argomenti che cerchiamo di celare loro e di dirci in modo “criptato”. Ci ascoltano e si rendono partecipi, pur stando in silenzio, dei nostri discorsi. Meglio parlare loro in modo diretto, e coinvolgerli, nei discorsi che possono comprendere. Lasciamo gli argomenti più complicati, densi di emozione, a momenti di discussione privata della coppia genitoriale.

DIRE LORO LA VERITA’

Pietro, Anna, Simone e Giulia si fanno delle domande e si danno delle risposte. A loro è dovuta una verità a misura di bambino. Partiamo da ciò che loro sanno o hanno percepito di questa situazione (perché non stai andando a scuola? Cosa sai di questo virus?) per poi spiegare in modo chiaro e definito cosa sta succedendo (“c’è un piccolo virus che, tramite la tosse e gli starnuti, sta passando da una persona all’altra… è molto contagioso e per questo è facile arrivi a diverse persone… e così facilmente sta facendo il giro del mondo…”). Può esserci d’aiuto il libro “Laila e il coronavirus” edito da Scienza Express.

RASSICURARE

“E’ vero, sta facendo il giro del mondo, ma la maggior parte delle persone avrà solo la tosse o un po’ di febbre, e i bambini sono molto più forti degli adulti e spesso non si accorgono neanche di averlo preso”. E ancora “ci sono centinaia di persone che in tutto il mondo stanno lavorando per fare in modo che questo virus non faccia più male alle persone…” (vedi punto successivo).

LASCIARE SPAZIO ALLE DOMANDE

Significa essere pronti a rispondere con sincerità e chiarezza:

  • “C’è qualcosa che vuoi chiedermi?
  • Qualcosa che non hai capito?
  • Cosa pensi tu?
  • Che cosa provi? Sai, io ho un po’ paura, ma so che presto tutto si sistemerà…”.

Mettiamo in gioco le nostre emozioni, comunichiamo loro che anche a noi questa situazione preoccupa (se è così) ma che siamo fiduciosi che presto tornerà tutto come prima, perché ci sono persone importanti (medici, scienziati…) che lavorano giorno e notte per trovare la soluzione per sconfiggere questo virus.
Date uno spazio al loro ruolo attivo nella sconfitta di questo virus: devono conoscere perfettamente le misure di prevenzione come lavarsi accuratamente le mani, mantenere la distanza di almeno un metro dalle persone, tossire o starnutire nell’incavo del braccio, soffiarsi bene il naso con fazzoletti monouso e poi gettarli via, non toccarsi bocca, naso e occhi con le mani. Può essere utile il decalogo ATS (informazioni aggiornate alla pagina https://www.facebook.com/ATSBERGAMO/) ma anche questo simpatico video.

…E se mi chiede: “MA E’ VERO CHE LE PERSONE MUOIONO?”, cosa gli dico?

Semplicemente la verità. Sebbene i bambini acquisiscano la nozione dell’irreversibilità della morte verso i nove anni, già dalla primissima infanzia hanno esperienza ravvicinata con la morte (le foglie che cadono, i fiori appassiti, gli animali domestici, alcuni familiari o conoscenti…). E’ giusto parlarne e, anche in questo caso, spiegare loro la verità in modo semplice e chiaro, senza dilungarsi troppo e senza giri di parole. “E’ vero, alcune persone, anziane o già malate da tempo, muoiono se prendono questo virus, e questa cosa ci rende molto tristi… ma sono molto poche (“2 su 100” si può dire ai più grandi) e gli scienziati e i medici fanno di tutto perché questo non accada. Quello che possiamo fare noi, ancora una volta, è stare attenti a non entrare in contatto per un po’ con le persone anziane o che stanno poco bene, per proteggerle da questo virus…”.

CONDIVIDERE GLI ASPETTI POSITIVI DI QUESTO MOMENTO

Anche se, con gli occhi di un adulto, può essere difficile vederlo, ci sono alcune conseguenze positive di questo momento di “pausa forzata da tutto”. I bambini, soprattutto i più piccoli, si concentreranno principalmente sul senso di libertà derivato dal sentirsi in “vacanza”, poter stare a casa, giocare di più (pur facendo i compiti ogni tanto). Per i genitori sarà un po’ speciale riscoprire del “tempo intimo” da dedicare a sé e alla propria famiglia; improvvisamente ci si rende conto di poter vivere dei momenti che la frenesia e quotidianità normalmente ci ruba: stare di più a letto, fare colazione, dedicarsi a dei piccoli lavoretti insieme, preparare una torta in casa, stupirsi nel vedere i piccoli progressi e i cambiamenti che ci sono nei nostri figli giornalmente (“se lui fosse all’asilo ed io al lavoro non sentirei le sue paroline per prima, non lo vedrei fare ogni giorno cose nuove, non avrei così tanto tempo per ridere insieme a lui). Quest’ultimo aspetto può forse consolarci quando ci sentiamo eccessivamente preoccupati per il periodo che stiamo vivendo.

DARE AFFETTO

Oggi più che mai concediamoci una buona dose di coccole, abbracci, baci e carezze in più. La mamma, il papà, c’è, è qui per te e ti ama oggi più che mai. E’ qui per darti sicurezza e l’amore di sempre.
Se i bimbi piccoli ci sembrano regredire, accogliamo le loro esitazioni. Non dormiranno per sempre nel lettone né faranno sempre la pipì nel letto… con pazienza accogliamo il loro disagio, sapendo che è transitorio e che passerà se noi gli forniremo tutto il nostro conforto.

COSA FARE IN CASA INSIEME?

Proviamo a fermarci e ascoltare il nostro bambino, la nostra bambina: quali sono i suoi interessi in questo momento? Possiamo assecondare i suoi desideri? Vuole aiutarci a preparare i biscotti, fare un lavoretto o semplicemente leggere un libro? Prediligiamo attività calme: disegnare, colorare con tempere e acquerelli, giocare col didò, leggere insieme, costruire qualcosa di divertente con materiali di recupero. Ma approfittiamo anche delle belle giornate di sole per uscire dalla porta di casa, fare una passeggiata nel bosco, sulla pista ciclabile vicino a casa, andare a raccogliere le margherite, raccogliere foglie secche e pigne per fare un lavoretto…  La pagina ufficiale dei Servizi per l’Infanzia del Comune di Bergamo ci fornisce in questo periodo tanti suggerimenti giorno per giorno. Limitiamo, se possibile, l’utilizzo della TV (dovrebbero essere mantenute le regole di gestione utilizzate normalmente); proviamo a fare proposte diverse dal solito…  in rete ci sono diversi spettacoli teatrali e musical visibili gratuitamente: sapete che ai bambini piacciono molto? Ogni due giorni Pandemonium Teatro ha un appuntamento pomeridiano fisso in cui pubblica la lettura di #storiecontagiose molto divertenti.

L’Arcolaio, progetto delle attrici Aurelia Cipollini e Marzia Quartini, propone le #fiabealtelefono per “bambini e ragazzi da 0 a 99 anni”, ogni martedì e giovedì dalle 17:00 alle 19:00 telefonando al numero 3491884928.

E LA NOSTRA PREOCCUPAZIONE?

Difficile aiutare e rassicurare i nostri bambini, se anche noi genitori siamo eccessivamente preoccupati. Le ansie passano da genitore a figlio, anche se non vengono verbalizzate.

Una buona regola può essere individuare dei momenti definiti in cui informarci (tv, cellulare, pc…); proviamo a dedicarci ai nostri figli staccando da tutto per un po’: questo gioverà a loro, ma anche a noi. Inizialmente non sarà semplice, ma con un po’ di allenamento e di gradualità ci porterà moltissima soddisfazione. Il “bombardamento mediatico” di questi giorni non aiuta certo a ridimensionare la nostra ansia, anzi, la amplifica. Spegniamo il TG mentre mangiamo, concediamoci di “non sapere sempre”: le notizie, quelle importanti, non le perderemo comunque. Consideriamo anche che il TG può mettere ansia ai bambini: anche se non lo stanno guardando perché impegnati nel gioco, la voce dei giornalisti arriva alle loro orecchie e il tono grave è ben riconoscibile, aumentando il senso di allerta.

Cerchiamo dati e fonti attendibili: i social, purtroppo, non lo sono. E’ preferibile consultare il sito del Ministero della Salute o dell’Istituto Superiore di Sanità.
Può esserci utile, per ridimensionare le nostre paure, il Vademecum del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi scaricabile anche in versione pdf.

Cerchiamo di trovare del tempo per noi: fare una passeggiata da soli, leggere un libro, ascoltare la musica o dedicarci al nostro hobby preferito può distoglierci per qualche momento dai pensieri ansiosi. Così come guardare un film divertente con la nostra dolce metà non appena i bambini sono andati a letto (sempre se non ci addormentiamo anche noi!).

I nostri Pietro, Anna, Simone e Giulia, così come tutti gli altri bambini, in questo periodo più di ogni altro hanno bisogno di genitori quanto più possibile sereni. Hanno bisogno di vicinanza, abbracci, protezione e rassicurazione.

Hanno diritto di sapere cosa succederà ma al contempo di non perdere la spensieratezza.

La verità darà loro il diritto di essere felici.

E il calore della mamma e del papà renderanno tutto questo possibile.