Con Disturbi Generalizzati dello Sviluppo si fa riferimento a quadri diagnostici in cui attenzione, percezione sensoriale, umore, funzionamento intellettivo e attività motoria risultano gravemente compromesse in modo generalizzato.
Il quadro clinico più grave sfocia in forme di Autismo infantile, ma rientrano tra i Disturbi Generalizzati dello Sviluppo anche il Disturbo di Asperger o l’Autismo ad Alto Funzionamento.
Sintomi dei DGS
I bambini affetti da DGS manifestano gravi difficoltà nell’interazione sociale, nella comunicazione verbale e non verbale.
In genere i Disturbi Generalizzati dello Sviluppo sono caratterizzati da:
- carenze nel gioco simbolico, nella socializzazione, nell’immaginazione e nella comunicazione
- difficoltà a cogliere gli aspetti generali di una situazione e tendenza a fermarsi sui dettagli
- difficoltà a pianificare gli obiettivi, a controllare gli impulsi, a organizzare la ricerca
- mancanza di flessibilità di pensiero
- comportamento rigido, inflessibile
Percorso diagnostico e terapeutico
I DGS hanno manifestazioni variabili, pertanto è necessaria un’attenta disamina diagnostica da parte di clinici specializzati così da individuare la gravità del disturbo e, di conseguenza, strutturare il trattamento più adeguato.
Il percorso terapeutico per i bambini con DGS deve integrare più livelli di intervento.
Si deve lavorare sulle competenze affettive, simboliche, comunicative e cognitive non solo con il bambino ma coinvolgendo anche le figure presenti nei contesti di vita familiare, scolastica e sociale.
Presso il nostro Centro privilegiamo un intervento di tipo cognitivo comportamentale che opera al fine di favorire la motivazione, la stabilità attentiva e il comportamento intenzionale, il riconoscimento e la differenziazione delle emozioni, la comprensione di sé e dell’altro, la comunicazione, il gioco e il problem solving.
Oltre all’intervento con il bambino o l’adolescente la nostra équipe interviene con percorsi di sostegno alla genitorialità: si parte dalla comprensione del problema per poi proporre un modello educativo volto a riconoscere, valorizzare e potenziare gli elementi di resilienza del bambino e del nucleo familiare.